Borghi di Liguria
Marzo 21, 2024
Il borgo di Saorgio, situato nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, nel sud-est della Francia, si distingue per il suo ricco patrimonio storico e culturale. Tra le tante cose da vedere, spicca il famoso monastero di Saorge, fondato nel XVII secolo. Passeggiando sul perimetro della spianata, potrai quasi toccare il cielo e tuffarti in una storia affascinante, dove la serenità dei frati francescani si è fusa con la magnificenza dell'arte barocca. Uno dei gioielli del turismo religioso e punto di arrivo o tappa per il tuo pellegrinaggio personale, Saorge si rivela come una perla incastonata nelle verdi valli al confine con il Parco del Mercantour, pronta a offrirti un'esperienza che va oltre la semplice visita, trasportandoti in un altro tempo e dimensione.
Per raggiungere il monastero di Saorge partendo dall’agriturismo Le Girandole (Ancora non conosci il nostro agriturismo? Scopri i nostri appartamenti vacanze a Diano Marina!), è necessario immettersi sull'autostrada A10 in direzione di Ventimiglia e proseguire per circa 50 chilometri fino all'uscita per Ventimiglia. Dopo aver preso l'uscita, occorre seguire le indicazioni per la strada statale SS20 verso Tenda. Questo tratto di strada, lungo circa 45 chilometri, conduce direttamente a Saorgio.
Giunti nel borgo, le indicazioni stradali porteranno verso il Monastero di Saorge. Considerato che non è possibile accedere in auto al monastero, consigliamo di parcheggiare nei pressi del centro del paese e completare l'ultimo tratto del percorso a piedi.
Il Monastero di Saorge rappresenta un'eredità francescana che affonda le sue radici in secoli di storia. Fondato come convento, si è affermato nel tempo come importante centro di spiritualità e meditazione.
Nel 1633, il gruppo dei Francescani recolletti stabilì le fondamenta di quello che sarebbe diventato il Monastero di Saorge. Per facilitare il completamento della costruzione, l'amministrazione locale offrì la cappella di Saint-Bernard e terreni limitrofi, situati a breve distanza dal centro abitato. Il processo di edificazione ricevette un ulteriore impulso grazie a finanziamenti ottenuti dai frati, che permisero di portare a termine la realizzazione degli edifici del convento entro il 1662.
Nel corso del tempo, il monastero ha vissuto diversi cambiamenti significativi. Dopo essere stato dedicato all'attività letteraria nel 1794, l'edificio fu occupato da truppe francesi che ne decretarono l'allontanamento dei frati. Successivamente trasformato in un ospizio, il monastero fu restituito ai Francescani nel 1824, solo per essere abbandonato nuovamente nel 1903, in seguito all'approvazione di una legge sulle congregazioni religiose.
Negli anni a seguire, l'edificio fu destinato a diversi usi, fino al 1967, quando divenne proprietà dello Stato. Quest'ultimo intraprese un'opera di restauro tra il 1969 e il 1988, al termine della quale i francescani fecero ritorno per un breve periodo. Dopo la loro partenza definitiva, il monastero ha aperto le porte ai visitatori, trasformandosi in un luogo di raccoglimento e ispirazione per scrittori, mantenendo vivo il suo spirito originario.
Canti nel monastero di Saorgio con video proiettore
Il Monastero di Saorgio, insieme a quello di Cimiez a Nizza, rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura monastica barocca nella regione. La sua struttura riflette lo schema tipico degli edifici francescani eretti nel medesimo arco temporale nel sud del Piemonte e in Liguria, mostrando come questa tradizione architettonica sia stata coerente in diverse località.
La visita al monastero, della durata media di 45 minuti, è accessibile anche a persone con disabilità. Da non perdere il giardino esterno, curato nei minimi dettagli e fruibile attraverso i camminamenti laterali, dove è possibile rilassarsi su sedie e panchine, immergendosi nella tranquillità del luogo.
La chiesa di Notre Dame Des Miracles, risalente al 600, è caratterizzata da una navata unica sotto volte a crociera, affiancata da quattro cappelle laterali. Tra il 1760 e il 1762, medaglioni dipinti e modanature in stucco furono aggiunti da Calderari di Lugano, arricchendo la decorazione.
Le cappelle a nord sono dedicate a Santo Antonio da Padova e a San Giuseppe, mentre quelle a sud presentano opere che ritraggono San Pietro d'Alcantara, San Francesco d'Assisi e Santa Chiara.
L'altare maggiore, esempio di sobria eleganza in noce lucidato, è impreziosito dalla policromia limitata alle nicchie e dalla doratura sulle statue. Centralmente, s'innalza l'immagine della Vergine dei miracoli, flanacata da Sant'Antonio da Padova e San Pasquale Baylon. Al di sopra, spiccano le figure di Dio Padre, dell'Arcangelo Gabriele e della Vergine dell'Annunciazione, sormontate dallo stemma francescano.
Il coro, separato dalla navata da un'ancona, conserva gli stalli originali in noce lucidato, enfatizzando la distinzione tra i frati e i laici durante le funzioni religiose.
Questo spazio conserva elementi seicenteschi, tra cui rivestimenti in legno e un lavabo, riflettendo la continuità della sua funzione confessionale attraverso i secoli.
Circondata da serramenti in noce e biacca del 1772, la sacrestia ospita due busti reliquiari del 600, custodendo il ricco patrimonio spirituale del convento.
Adornato da affreschi del Seicento che rappresentano le virtù francescane, il refettorio è un testimone della vita comune dei frati, con tavoli in noce e un passavivande che collega direttamente alla cucina.
Il grande affresco della Madonna in gloria, insieme a San Francesco, Sant’Antonio da Padova e l'allegoria della Carità, domina la parete di fondo, accanto ai mobili originali del 1667. Qui, la vita quotidiana seguiva le regole dell'ordine francescano, tra periodi di digiuno e momenti di condivisione, senza l'obbligo del silenzio durante i pasti, diversamente da altre tradizioni monastiche.
Il giardino del convento, accessibile dalla terrazza, preserva la sua struttura originaria a terrazze, con elementi come vasche, lavatoi, frutteti e pergolati di vigne, rivelando l'autosufficienza e l'armonia con la natura dei frati.
Passeggiata nel giardino conventuale del monastero di Saorgio
Cuore del convento, il chiostro rettangolare è delineato da un lato dalla chiesa, mentre sugli altri lati da edifici conventuali. Gli affreschi barocchi del 1760, le meridiane decorate e gli episodi della vita di San Francesco nelle lunette delle volte offrono spazi di profonda riflessione e contemplazione. La disposizione degli edifici e l'arte che li decora narrano la storia di una comunità devota e artisticamente ricca, evidenziando la continuità spirituale e culturale del monastero attraverso i secoli.
Passeggiata a fianco al Chiostro del Monastero di Saorge
Momenti unici di connessione con la storia sono offerti attraverso la rievocazione degli antichi canti locali, proiettati in italiano nelle sale del coro, della penitenza e della sacrestia. Queste proiezioni, della durata complessiva di 13 minuti e mezzo, invitano i visitatori a un percorso itinerante tra le stanze al buio, illuminate a turno per svelare quadri e narrare storie tramite la voce e l'immagine, creando un legame profondo tra il patrimonio culturale del monastero e i suoi visitatori.
Altri canti nel monastero di Saorgio con video proiettore
La trasformazione degli spazi un tempo dedicati alla vita monastica in un rifugio per la creatività ha dato nuova vita al convento di Saorgio. Gli ambienti che in passato erano riservati esclusivamente ai frati ora accolgono scrittori, traduttori, sceneggiatori e compositori di musica, offrendo loro un luogo ispirato e ispiratore. Mantenendo il carattere comunitario del convento, gli ospiti alloggiano nelle antiche celle dei frati e condividono spazi comuni quali salone, biblioteca, cucine e docce, preservando così l'atmosfera contemplativa che favorisce la creatività.
Il progetto, supportato dal Centre des monuments nationaux, mira a promuovere la creazione artistica salvaguardando l'unicità del luogo. Saorge diventa così teatro di incontri culturali tra artisti e la comunità locale, includendo dibattiti, letture pubbliche e attività educative nelle scuole e biblioteche della regione. L'associazione Les Fioretti collabora nell'organizzazione di eventi quali mostre, concerti, dibattiti e seminari, arricchendo l'offerta culturale con pubblicazioni e laboratori di scrittura e traduzione.
Saorgio si erge maestosamente su un promontorio che domina la Valle Roya, protetto naturalmente da formazioni rocciose a nord-ovest e aperto verso il sud. Caratterizzato da un nucleo primitivo situato nella parte più elevata, il villaggio ha subìto una drastica trasformazione nel 1465 a causa di un incendio che ne ha distrutto gran parte, compresa la chiesa originale.
Successivamente, avvenne un'espansione del borgo sia verso il basso, con la costruzione di una nuova cinta muraria, sia oltre i confini delle mura preesistenti, a partire dal XVII secolo.
L'architettura di Saorge, con le sue viuzze che serpeggiano lungo il pendio e le numerose scalinate che fungono da scorciatoie, evoca l'immagine di un villaggio tibetano, offrendo un panorama unico sulle tecniche costruttive medievali e sulla vita di comunità.
È evidente l'influenza dell'arte barocca nelle valli Roya e Vermenagna, dove chiese e cappelle barocche risalenti ai secoli XVII e XVIII punteggiano il paesaggio. Queste strutture, insieme a decorazioni neo-barocche del XIX secolo e a costruzioni più antiche in stile romanico tardivo e gotico alpino arricchite da altari e pale d'altare barocchi durante la Controriforma, testimoniano la ricchezza culturale della regione.
L'itinerario barocco transfrontaliero consente di esplorare queste meraviglie architettoniche, frutto della collaborazione di artisti che si muovevano tra Nizza, Genova e Torino.
La storia del territorio della Vermenagna-Roya è ricca di avvenimenti. Marcata dall'occupazione dei Saraceni nel X secolo e dal successivo rinnovamento religioso portato avanti dalle abbazie benedettine. I secoli successivi videro i marchesi di Saluzzo e i conti di Ventimiglia fortificare il territorio, lasciando oggi significative tracce di quel periodo, come resti di fortificazioni, cappelle, campanili e strette vie con simbologie religiose.
I monumenti e gli strumenti musicali antichi delle valli Roya e Vermenagna, soprattutto gli organi costruiti prima della divisione degli Stati di Savoia nel 1860, rappresentano un patrimonio di inestimabile valore. Organi di Fontan, Breil sur Roya e Rocavione, risalenti al XVIII secolo, sono al centro del Festival Internazionale di Organi, un evento annuale che celebra la tradizione musicale della regione attraverso concerti che valorizzano la specificità di questi strumenti.
Indubbiamente da non perdere una visita al paese. Cosa fare e cosa vedere?
Saorgio offre varie opportunità per una sosta, con diversi bar e ristoranti che accolgono i visitatori. Questi spazi permettono di assaporare la vita del borgo, immergendosi nell'atmosfera vivace che caratterizza il paese, testimone di una storia ricca e complessa che attraversa epoche e culture. Ecco i suggerimenti per visitare Saorgio.
Saorgio si distingue per un tessuto urbano che riflette le influenze liguri e piemontesi, testimoniando un legame profondo con le tradizioni passate. Questo legame è ancor più evidenziato dalla storia di Saorgio, che ha visto il paese passare sotto diversi domini, ultimo dei quali fu il Regno di Sardegna, fino agli accordi di Plombières nel 1860, quando fu ceduto alla Francia.
All'entrata di Saorgio, si incontra immediatamente la Fontana de Medge, una struttura che sembra aver svolto le funzioni di lavatoio e fontana. Sebbene le informazioni specifiche su questo elemento siano scarse, la sua presenza introduce all'atmosfera del paese, riflettendo l'architettura e le tradizioni locali che risuonano con quelle dei vicini paesi di Pigna e Triora.
Proseguendo verso il cuore del paese, si raggiunge l’Église Saint-Sauveur, che domina la piazza con la sua storica iscrizione in ligure "Ciassa da Geija". Ricostruita nel 1498 dopo un incendio, questa chiesa a pianta basilicale sorge su un terreno inclinato e presenta elementi architettonici distintivi, come la cappella dei Pénitents Blancs. L’introduzione dello stile barocco e le successive decorazioni hanno arricchito la chiesa, facendone un simbolo della ricca stratificazione storica e culturale di Saorgio.
Sotto la chiesa, una serie di quadri ricorda la lotta di Saorgio contro il nazi-fascismo, con particolare riferimento alla resistenza partigiana e alla liberazione del territorio. La commemorazione annuale della morte di sei giovani partigiani italiani il 24 ottobre 1944, rappresenta un momento di riflessione sulla storia recente e sull'amicizia franco-italiana, legando indissolubilmente Saorgio alle vicende storiche che hanno segnato l'Europa nel XX secolo.
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