Scoprire la Riviera
Dicembre 30, 2023
Situato a 1.090 metri di altitudine nelle valli di Garessio, il Castello di Casotto rivela una storia affascinante che attraversa secoli di cambiamenti. Nato come monastero certosino, nel XII secolo, il castello ha subito varie trasformazioni, raggiungendo il suo apice nel XIX secolo quando fu adibito a residenza di caccia dai Savoia.
Dopo un periodo di chiusura, la Regione Piemonte ha attuato interventi di restauro, riaprendo le porte del castello ai visitatori. La visita al Castello di Casotto offre l'opportunità di esplorare gli appartamenti reali, la cappella e la torre campanaria, consentendo ai visitatori di immergersi nelle varie fasi della sua storia.
Il Castello di Casotto è situato a circa 80 km dall'Agriturismo Le Girandole. Consigliamo la visita sia a coloro che decidono di soggiornare nei nostri appartamenti per le vacanze a Diano Marina, sia a coloro che provengono dal basso Piemonte o da Torino. Per raggiungerlo, bisogna dirigersi verso Imperia, quindi percorrere la SS28 fino a Garessio. Da qui, svoltare a sinistra e imboccare la SP178 per circa 17 km.
La strada è agevole e, una volta arrivati a destinazione, si trova un ampio parcheggio proprio all'esterno del castello.
Esterno castello di Casotto
L'antico nucleo del complesso architettonico, oggi noto come Castello di Casotto, ebbe origine nel Basso Medioevo come sede di una delle prime certose d'Italia. Fondato da San Bruno di Colonia, il monastero si distinse per la ricerca di un "desertum", un'area montana isolata ideale per praticare un monachesimo estremo con interazione sociale limitata. L'atmosfera di pace e serenità che si respira oggi è un riflesso del verde circostante, arricchito da pini e faggi secolari.
La certosa ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli. La struttura attuale, costruita principalmente tra il XVI secolo e il 1770 per opera dell'architetto Bernardo Antonio Vittone, mostra un mix di stili architettonici. Tuttavia, la chiesa di Santa Maria, situata nell'edificio della correria, conserva un magnifico esempio di architettura medievale.
L'acquisizione da parte di Carlo Alberto di Savoia nel XIX secolo trasformò l'originaria destinazione agricola in una residenza estiva e tenuta di caccia. Il re Vittorio Emanuele II, successore di Carlo Alberto, guidò il processo di adattamento degli spazi, con l'architetto Carlo Sada alla guida della ricostruzione della manica nord. Il Castello di Casotto, parte del circuito delle Residenze Sabaude, emerge come importante testimonianza storica, posizionata strategicamente come la residenza più meridionale del Piemonte.
Quando la Casa Savoia acquisì i resti dell'antica Certosa, la prima mossa fu una vasta opera di ricostruzione. Purtroppo, la parte del monastero stesso, già fortemente segnata dal tempo e dai saccheggi, venne tralasciata in questo processo e andò in rovina. In compenso, la zona antistante, comprendente la cappella e la foresteria, fu completamente restaurata ed è ancora oggi aperta alle visite. Il Castello rimase di proprietà della famiglia reale dal 1837 al 1881, quando fu venduto a privati.
L'opera di trasformazione in una residenza estiva e castello di caccia iniziò con Carlo Alberto, ma fu il suo successore, Vittorio Emanuele II, insieme ai suoi cinque figli, a dare vita a questa dimora. Tra questi, Maria Clotilde, Umberto (principe ereditario), Amedeo (Duca d'Aosta e successivamente Re di Spagna), Oddone e Maria Pia (futura Regina del Portogallo).
Corridoi del castello di Casotto
Orfani molto giovani della madre, Maria Clotilde di Savoia guidò amorevolmente i suoi fratelli a Casotto, dove trascorsero gran parte delle loro vacanze giovanili. Durante le numerose vacanze di caccia, il Re galantuomo, noto per il suo amore per la natura, la caccia e il buon vino, veniva spesso accompagnato da "La bela Rosin", la donna di umili origini che egli sposò prima religiosamente e poi morganaticamente.
La permanenza dei Savoia al Castello di Casotto, che durò poco più di quarant'anni, fu testimone di uno degli episodi più noti del Risorgimento italiano e contribuì a definire Maria Clotilde come una figura di grande rilevanza. Ereditando dalla madre una dolcezza innata e una profonda devozione religiosa, Maria Clotilde, all'età di dodici anni, affrontò la responsabilità dell'educazione dei fratelli minori e il ruolo di prima donna di corte con serenità e maturità straordinarie.
Il diario scritto in lingua francese dalla giovane principessa ha rappresentato una preziosa fonte per la ricostruzione della vita al Castello, documentando non solo gli eventi significativi, ma anche i pensieri e i sentimenti della principessa durante un periodo cruciale della storia italiana e della storia stessa di Casotto.
La visita guidata accompagna alla scoperta delle stanze del Castello di Casotto, permettendo di immergersi nella storia dell’antica dimora, intrisa di ricordi, ed evidenziandone la magnificenza e l'eleganza.
Dallo scalone di sinistra, ci si addentra nell'ampio corridoio del primo piano, che funge da cornice a una pinacoteca straordinaria. I quadri, provenienti dalla Galleria Daniel del Castello Reale di Torino e dal Castello di Agliè, ritraggono figure legate alla Casa Savoia, alla mitologia e all'antichità. La camera del Principe ereditario, Umberto I, situata all'estremità dell'ala sinistra, si distingue per la sua luminosità e bellezza. Il letto a baldacchino, il servizio di porcellana e il salotto in "canneggiato" evidenziano l'eleganza di questo spazio.
Attraversando le camere della principessa Clotilde, si giunge alla camera della Principessa Maria Clotilde, con un raro letto barocco piemontese. La stanza è riccamente decorata con ricami eseguiti personalmente dalla principessa. La camera rivela anche la presenza di oggetti personali, come la torcia battesimale e l'inginocchiatoio. La camera della musica, con un affascinante quadro della "Dama in fiero", divide le camere delle principesse. La tappezzeria d'epoca rappresenta una rarità, tra le prime in carta fabbricate in Francia e importate.
Proseguendo, si scoprono la camera della dama di compagnia, Madamigella Camilla di Foras, con dettagli come il lampadario in ferro battuto, e la camera della Principessa Maria Pia. La sala da pranzo, con un lungo tavolo sobrio, offre una vista sulla Piazza Castello a Torino secondo un antico progetto dell'Antonelli. Da non perdere anche la camera della bella Rosin, con il suo letto a baldacchino e un paravento giapponese in seta ricamata.
La camera di Re Vittorio Emanuele II è adornata con la bandiera del regno e quadri del 1600. La sala del biliardo, con un biliardo perfettamente conservato, mostra giochi d'epoca come il domino e le carte. Attraverso le finestre del corridoio, si intravedono le rovine dell'antica chiesa e del campanile. Lo scalone destro conduce al cucinone del Re, un ambiente affascinante con dettagli come rami antichi timbrati con lo stemma reale, un grande camino, un forno per il pane e altri elementi che raccontano un'epoca lontana, quasi da favola.
L'atrio, tra gli arrivi degli scaloni di accesso, si apre all'ingresso della Cappella, opera del Vittone, consacrata ancora oggi. La chiesa subì modifiche volute dai Savoia, che trasformarono le cappelle laterali in tribune reali e aggiunsero colonne monolitiche di "breccia di Casotto". Il pavimento e le pitture della volta, opera dell'abate Giuseppe Peroni di Parma, contribuiscono a creare un ambiente sacro e affascinante.
Uscita dal castello di Casotto
Per visitare il Castello di Casotto, è fondamentale prenotare la visita guidata tramite il sito ufficiale di Kalatà. La visita è a numero chiuso, pertanto, si consiglia vivamente di prenotare in anticipo per evitare il rischio di non poter accedere al castello. L'apertura del castello potrebbe essere discontinua. Le prime date disponibili per il 2024 sono il 7 e il 14 gennaio, l'11 febbraio e il 10 marzo.
La durata della visita è stata di circa 1 ora e 15 minuti, ma sul sito di Kalatà sono indicate anche visite più lunghe (4h 30 min), a seconda del tipo di percorso scelto. I prezzi dei biglietti variano in base alla tipologia di visita selezionata.
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