Alla scoperta della Valle Argentina: da Glori a Molini di Triora




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Alla scoperta della Valle Argentina: da Glori a Molini di Triora




Gennaio 24, 2021

Anche se il lavoro presso la nostra azienda agricola non si ferma mai, quando è possibile ci concediamo un giro nei dintorni alla scoperta del nostro territorio. Oggi vogliamo proseguire il percorso lungo la Valle Argentina, riprendendo il viaggio da dove avevamo interrotto, ovvero da Carpasio, per visitare i borghi di Glori, Agaggio, Andagna e Molini di Triora.

Si tratta, come sempre, di un’escursione che chiunque soggiorni presso i nostri appartamenti a Diano Marina può fare tranquillamente nell’arco di una giornata, in motorino o in macchina.

Il Santuario di Nostra Signora di Lourdes a Glori

 

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Da Carpasio a Glori

Da Carpasio scendiamo giù verso Montalto e riprendiamo la strada provinciale 21, tornando all’incrocio tra Badalucco e Isolalunga. Da qui percorriamo la strada provinciale 48 e, dopo qualche chilometro, troviamo la deviazione che ci conduce a Glori. Qui ci troviamo in una posizione dominante e assolutamente panoramica, che ci consente di ammirare tutta la valle fino al mare.

A piedi si attraversa facilmente il bosco per arrivare al Santuario di Nostra Signora di Lourdes. Oltre la chiesa è possibile seguire un percorso di trekking che taglia la montagna e conduce direttamente a Carpasio. Una volta addentrati nel borgo, vi consigliamo di visitare alcuni luoghi caratteristici: l’Oratorio di Sant’Antonio Abate col suo bel portale in cui è incisa la data 1632, anno della ristrutturazione in stile barocco, un ponte romanico a due archi, il Museo del miele e la Cantina del torchio del prevosto.

Il Santuario di Nostra Signora di Lourdes a Glori

Da Glori ad Andagna

Da Glori riprendiamo la strada provinciale 48 per risalire in direzione Molini di Triora. Dopo qualche chilometro e non poche curve troviamo le deviazioni – distanti tra loro poche centinaia di metri – per le due frazioni di Agaggio (superiore e inferiore), ovvero una serie di case sparse di origine medievale.

Vista di Agaggio, frazione della Valle Argentina

Proseguendo dritti, dopo una deviazione sulla destra, si arriva ad Andagna, borgo incastonato tra Agaggio e Molini di Triora. Ci troviamo lungo la strada del passo Teglia, da cui si diramano una serie di percorsi escursionistici verso la montagna. Scendendo da questi luoghi si arriva alla Valle Impero, poco prima del colle d’Oggia.

 

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Il borgo ha una bella struttura urbanistica, con la loggia municipale e diversi edifici sacri di grande pregio, come la chiesa parrocchiale dedicata alla Natività della Vergine, edificata nel XV secolo, l’Oratorio di San Martino, realizzato nel XV secolo ma rifatto nel corso del ‘700, o ancora gli oratori di San Rocco e di San Bernardo.

Dettaglio della chiesa dedicata alla Natività della Vergine ad Andagna

Da Andagna a Molini di Triora

A questo punto da Andagna prendiamo la strada provinciale 17 e dopo circa tre chilometri arriviamo a Molini di Triora. Questo comune dell’Alta Valle Argentina sorge ai piedi della dorsale che scende da Triora, dove si uniscono i torrenti Argentina e Capriolo. Si trattava di un luogo particolarmente fortunato per la posizione e la grande abbondanza di acqua: erano ben 23 i mulini che sorgevano anticamente in questo territorio, da cui deriva, appunto, il toponimo.

Vista di Molini di Triora

Nonostante si abbia testimonianza della frequentazione di questi luoghi già durante l’età del bronzo, è solo intorno al Mille che abbiamo traccia materiale della presenza dei benedettini. A loro dobbiamo, infatti, la costruzione di mulini per il grano.

Dopo aver trascorso un lungo periodo sotto il controllo dei conti di Ventimiglia e poi sotto Genova, nel XVII secolo Molini di Triora vide concessa l’autonomia amministrativa per sé, Andagna e Corte. Solo nel 1903 venne però riconosciuto lo statuto di comune.

A questo punto non possiamo che consigliarvi una visita alla parrocchiale di San Lorenzo, edificata nel 1486 in forme tardogotiche ma ristrutturata in stile barocco nel XVIII secolo. Della struttura originaria si conserva il campanile cuspidato e l’architrave in pietra nera con il trigramma bernardiniano inscritto all’interno di una ghirlanda, la graticola che ricorda il martirio del santo e motivi a rosette. Di questo frammento del portale conosciamo anche la data di esecuzione, il 1486, e il nome del lapicida, Johannis Laurerius, forse anche architetto della chiesa.

Si conclude qui la seconda parte del nostro viaggio alla scoperta della Valle Argentina. Continueremo il percorso nel prossimo articolo, con la visita ad altri importanti comuni e frazioni della zona, toccando i centri che vanno da Triora a Borniga.

 

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