Scoprire la Riviera
Dicembre 22, 2020
Il clima natalizio avvolge il nostro agriturismo che per le feste si è fatto ancora più bello, grazie alle luminarie e al piccolo presepe. Anche se impegnati nei preparativi, non rinunciamo ai nostri soliti giri nell’entroterra ligure, questa volta concludendo il viaggio iniziato qualche settimana fa.
Dopo aver visitato la valle del magnifico borgo di Dolcedo, e aver sbirciato dalle porte colorate di Valloria, è la volta di altri luoghi incantati nel cuore della Val Prino: Pantasina, Prelà di Castello e Vasia.
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Lasciata Villatalla torniamo a Prelà e all’incrocio del fondovalle saliamo a destra verso Pantasina. Le prime località che incontriamo sono Casa Carli, Praelo e Canneto, piccole frazioni nel cui territorio si trova il santuario della Madonna della Guardia. Noi, però, procediamo dritti lungo la strada provinciale 39, salendo in un percorso collinare immerso tra gli uliveti, che ci conduce verso Pantasina, a circa 400 metri sul livello del mare.
Qui ci troviamo in un punto di raccordo tra due aree: da una parte abbiamo la possibilità di raggiungere le frazioni di Dolcedo (Pianavia e Torretta); dall’altra troviamo una strada che sale, si addentra nel bosco e poi arriva fino in cresta. Seguendo questa via si passa per varie località e, dopo diversi chilometri, si raggiunge Colle d’Oggia, ovvero il versante che divide la Valle Impero dalla Valle Argentina.
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Una volta arrivati visitiamo la chiesa parrocchiale della Trasfigurazione di Gesù, risalente al 1434 ma rifatta in stile barocco. Sulla piazza principale si affaccia anche l’oratorio di Santa Caterina, nel cui ingresso laterale si conserva il bassorilievo della prima fabbrica, raffigurante l’Agnus Dei inscritto in un tondo sorretto da due angeli.
Tracce della nobile famiglia dei Lascaris si ritrovano, invece, in una delle loro residenze, di cui si conserva il portale in ardesia con l’architrave decorato con gli stemmi araldici dei feudi dei signori di Tenda e di Ventimiglia da una parte, e Lascaris-Savoia dall’altra.
Proseguiamo il nostro viaggio verso Vasia, svoltando a destra lungo la strada provinciale 40, dove troviamo la deviazione per Prelà Castello. Ci troviamo nella dorsale di un colle che domina sulla valle sottostante, e in cui svettano i ruderi del castello di Petralata Soprana, una reggia fortificata di proprietà della famiglia Lascaris, conti di Ventimiglia e signori di Prelà a partire dal 1350.
Il nome deriva dal fatto che il castello venne costruito su una piana rocciosa di forma quadrata (petra lata). Della sua originaria imponenza resta, oggi, ben poco. Un tempo era protetto, infatti, da quattro torri angolari e da alte mura perimetrali in cui si inserivano le feritoie, ancora visibili, da cui i soldati provvedevano al controllo e alla difesa del territorio.
Dopo numerosi assalti in seguito alle lotte feudali, il castello venne ceduto nel 1576 ai Savoia.
Non possiamo lasciare Prelà Castello senza visitare anche la chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Nicola. Fatta costruire dai Lascaris in stile rinascimentale, si distingue per il portale realizzato dai “maestri di pietra” Pietro e Bartolomeo Valenzo di Cenova.
La nostra tappa a Prelà Castello si conclude. Decidiamo di tornare indietro e ci fermiamo a Pianavia, una piccola frazione in cui sorge la bella chiesetta dell’Annunziata. Procediamo ancora dritti per un po’, fino al piccolo borgo di Torretta, prima di proseguire per Vasia, la nostra ultima tappa.
Sulla piazza del paese ci attende la chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate. Di origine quattrocentesca, nel XVII subì un riammodernamento generale in stile barocco, mentre nell’Ottocento si innalzò il campanile, il più alto della valle. Vale la pena entrare ad ammirare anche i due polittici cinquecenteschi con la Madonna in trono e santi, in cui lo stile risente ancora del gusto gotico.
Sulla parte opposta della piazza si trova, invece, l’Oratorio dell’Immacolata Concezione, costruito da Filippo Marvaldi nel 1757, con la facciata modanata e scandita da lesene dipinte.
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Nei pressi del cimitero, nella strada che conduce a Lucinasco, visitiamo la chiesa di San Martino di Tours, di pertinenza dei monaci Benedettini di Lerino a partire dal 1119 fino al 1560. La facciata a capanna è semplice, col campanile rimpicciolito in età moderna. All’interno la struttura avrebbe bisogno di un restauro, ma resta comunque indiscutibile il suo fascino austero.
Da Vasia scendiamo nuovamente seguendo la strada provinciale, fino al bivio per Caramagna Ligure. Facciamo dunque la strada di ritorno, diretti ai nostri appartamenti a Diano Marina .
Il nostro viaggio per la Val Prino si è concluso. Anche in questa occasione abbiamo visitato il territorio e i suoi monumenti, seguendo le tracce più significative della nostra storia. Eppure, sappiamo che non sarà l’ultima volta che capiteremo da queste parti, perché ancora tanto resta da visitare, e ogni angolo del Ponente Ligure nasconde ricchezze uniche che non vediamo l’ora di condividere.
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