Un giro alla scoperta di Andora e della Val Merula




Vista del panorama di Andora

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Un giro alla scoperta di Andora e della Val Merula




Ottobre 25, 2020

La stagione calda ha ormai lasciato il posto ai colori dell’autunno, ma questo non ci spaventa. Come sempre, continuiamo a percorrere le vie del nostro territorio, per scoprire i luoghi insoliti che si nascondono a pochi passi dal nostro agriturismo a Diano Marina.

Prendiamo ancora una volta il motorino e iniziamo il nostro giro per la Val Merula, attraversando Andora e altri borghi poco conosciuti, come Colla Micheri, Testico, Rollo e Stellanello.

Andora

Partiamo la mattina presto e percorriamo la via Aurelia verso San Bartolomeo al Mare e Cervo, in direzione Andora. Passiamo per Capo Mimosa, lungo un tratto già percorso in parte in un altro giro verso il Parco del Ciapà, e proseguiamo dritti, senza farci distrarre troppo dalla vista del mare alla nostra destra. A questo punto incontriamo un cartello segnaletico che indica la frazione di Rollo. Il nome ci incuriosisce e decidiamo di salire lungo i tornanti delimitati da fitti uliveti.

Arriviamo in cima e ci complimentiamo per la nostra scelta: la valle domina tutto il golfo di Andora, offrendoci l’occasione di ammirare un panorama senza eguali. Dopo una sosta imbocchiamo la “Strada delle Colline” che scende giù verso il centro abitato di Marina di Andora. Si tratta di una cittadina turistica molto ordinata e pulita, con larghi viali che si incrociano quasi perpendicolarmente. Intorno a noi notiamo molte villette, alberghi, e appartamenti per le vacanze.

Dopo un giro sul lungomare e nel centro pedonale cittadino decidiamo di continuare il nostro viaggio nell’entroterra.

Cartelli segnaletici nei dintorni di Andora

La chiesa dei SS Giacomo e Filippo ad Andora

La nostra prima tappa ci conduce in località Castello. Quest’area sovrasta tutta la valle ed è caratterizzata dalla presenza di due chiese: San Nicolò e SS Giacomo e Filippo. Poco distante si trovano, invece, i resti dell’antico castello di Andora, chiuso alle visite perché non sicuro.

Il cartello che indica il Castello di Andora

Ma ciò che attira la nostra attenzione è la bellissima facciata basilicale della chiesa dei SS Giacomo e Filippo. Non possiamo che avvicinarci al portale per ammirare i dettagli dei capitelli, in cui emergono, tra gli ornamenti vegetali, strane figurine umane. L’aspetto medievale ci riporta a un mondo lontano, eppure così tangibile nella materialità della pietra di Capo Mele con cui è stata costruita.

La chiesa dei SS Giacomo e Filippo

Poco più avanti si trova una torre, che costituiva anche la porta di ingresso all’area fortificata. Sotto la volta a crociera, ci sorprende la vista di ciò che resta di un bellissimo affresco raffigurante l’Annunciazione.

L’affresco dell’Annunciazione sotto la Torre di Andora

Nei dintorni del Castello prendiamo poi un sentiero che costeggia i ruderi medievali, conducendoci a una vecchia fontana. Questa, scopriamo, forniva ristoro a chiunque attraversasse la zona dopo lunghi cammini.

Colla Micheri

Proseguiamo il nostro viaggio dirigendoci verso un borgo vicino, Colla Micheri. La frazione è nota a molti per aver ospitato Thor Heyerdahl, lo storico antropologo ed esploratore norvegese, negli ultimi anni della sua vita. Il centro gravita attorno alla piazzetta centrale, in cui si trova la chiesa di San Sebastiano. Sulla facciata dell’edificio sacro scorgiamo una targa in cui si ricorda il passaggio di papa Pio VII, il quale fece qui una sosta durante il suo viaggio di ritorno dall’esilio in Francia.

Dalla piazzetta si diramano poi tanti caruggi lastricati, in cui poter passeggiare e ammirare le antiche abitazioni, abbellite da fiori e piante all’ingresso delle piccole porte.

Un caruggio a Colla Micheri

Imbocchiamo un sentiero proprio all’inizio del borgo che ci conduce verso un bosco. Qui ammiriamo il panorama del Golfo di Andora e incontriamo un edificio in pietra, sicuramente una torre di avvistamento, che ci incuriosisce per la sua forma e la grande spaccatura al suo interno.

La torre di Colla Micheri

Conna

Riprendiamo il motorino e proseguiamo lungo la strada statale SP 13 che attraversa tutta la vallata. Costeggiamo il torrente Merula e giungiamo a una deviazione. Percorriamo stretti tornanti finché, dopo aver incontrato altre località, troviamo la frazione Conna. Qui ci riposiamo qualche minuto sul sagrato della parrocchia di Sant’Andrea in Conna, a poche decine di metri dall’inizio di un sentiero che dal Pizzo d’Evigno scende fino al Parco del Ciapà, subito dopo Cervo.

Stellanello

Lasciamo la zona e decidiamo di tornare a fondo valle. Lungo la strada notiamo le coltivazioni di basilico in serra, proprio come quella che avviene nella nostra azienda agricola, e troviamo la strada per Stellanello.

Questo comune diffuso è abitato da appena mille persone, e si sviluppa in frazioni che a loro volta si distinguono in altre borgate. Nella frazione Rossi, ad esempio, troviamo la sede del comune di Stellanello. Qui la strada provinciale inizia a salire verso la parte alta della Val Merula.

Testico

Attraversiamo diverse località dai nomi curiosi, probabilmente i cognomi dei proprietari dei terreni intorno: Armati, Ciccioni, Roggio, fino a giungere a Testico. Qui ci colpiscono la calma e il silenzio che dominano sulla vallata. Ci riposiamo un po’ prima di scoprire un luogo curioso: il Museo del Ricordo. Lo troviamo chiuso, ma dal giardino aperto riusciamo a scorgere numerosi attrezzi tradizionali della vita contadina.

Alcuni oggetti esposti nel cortile del Museo del ricordo

Riprendiamo il motorino e proseguiamo verso il Passo del Ginestro, subito sopra Testico. La vegetazione si infittisce, sostituendo gli olivi che ci hanno fatto compagnia nel nostro viaggio, con alberi tipici della mezza montagna. Incontriamo alcuni tratti boschivi e la temperatura si abbassa, costringendoci a fermarci per indossare un maglione.

Poco prima del Passo, un cartello attira la nostra attenzione, invitandoci a fare una sosta. Dice: monumento in memoria dell’eccidio. Di cosa si tratta? Proseguiamo a piedi verso il ciglio della strada, spinti a saperne di più.

Il cartello che indica il monumento alla memoria dell’eccidio

Incisi sul marmo troviamo i nomi delle 29 persone trucidate dai soldati tedeschi nella strage avvenuta a Testico il 15 aprile del 1945. Persone comuni, civili innocenti, ci diciamo, improvvisamente protagonisti di una storia sbagliata.

Il monumento alla memoria dell’eccidio avvenuto a Testico il 15 aprile 1945

A questo punto decidiamo di proseguire verso il Passo, anche se scossi dal pensiero di questo tremendo episodio. Qua scopriamo di trovarci alla sommità di tre differenti valli: la valle Impero , la valle di Albenga, e la Val Merula.

Ma ora è arrivato il tempo di tornare a casa, dove portiamo con noi ancora una nuova esperienza, ancora un bagaglio di ricordi, con una riflessione in più sul nostro passato.

 

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