I Giardini botanici Hanbury di Ventimiglia




Vista dai Giardini botanici

Scoprire la Riviera

I Giardini botanici Hanbury di Ventimiglia




Novembre 04, 2021

Se siete amanti della natura (e se soggiornate nel nostro agriturismo non abbiamo dubbi al riguardo), non potete perdervi una visita ai Giardini botanici Hanbury, una delle meraviglie della provincia di Imperia. Dati in concessione all’Università di Genova, li trovate nel promontorio La Mortola.

In questo articolo vi proponiamo un assaggio di ciò che vi aspetta, tra piante lussureggianti provenienti da tutto il mondo che, grazie alle condizioni ambientali favorevoli si sono facilmente acclimatate, ed elementi architettonici di indubbio fascino.

Passeggiando tra i Giardini Hanbury

La storia dei Giardini Hanbury

La storia dei Giardini Hanbury è strettamente legata al nome del loro fondatore, sir Thomas Hanbury. Dopo una felice carriera come esportatore di tè, spezie e seta dalla Cina, Hanbury si stabilì nella riviera ligure dove, nel 1867, acquistò il palazzo dei marchesi Orengo di Ventimiglia e il podere circostante. Nei 18 ettari appena acquisiti decise di realizzare i meravigliosi giardini che ancora oggi ammiriamo, con specie botaniche provenienti da tutto il mondo.

Diverse tipologie di vegetazione ai Giardini Hanbury

Ad aiutarlo nella progettazione architettonica dei Giardini contribuì il noto paesaggista Ludovico Winter, mentre il fratello Daniel, giunto appositamente dall’Inghilterra, offrì le basi scientifiche per garantire il sistema di acclimatazione. Thomas Hanbury affidò al fratello la gestione dei restauri e l’implementazione delle specie botaniche, con la coltivazione di piante esotiche, tropicali e subtropicali, seguendo criteri non esclusivamente “estetici” ma, come diremmo oggi, ecologici.

Area delle agavi rifiorenti

“Never go against Nature”, amava ripetere Thomas Hanbury. Andare contro natura significava per lui eccedere nell’irrigazione e nella potatura a fini estetici. Per favorire il naturale ciclo delle piante, infatti, non recideva le foglie secche, le quali consentivano loro di sopportare il caldo e di proteggersi dalle intemperie.

L’acclimatazione di piante tropicali in un clima mediterraneo, invece, veniva garantito attraverso un processo graduale, che permettesse loro di adattarsi e di sospendere, nei periodi più aridi, l’attività vegetativa. Per questa ragione ancora oggi ai Giardini Hanbury non si crede nell’irrigazione forzata, che stresserebbe inutilmente le piante e comporterebbe uno spreco delle risorse idriche. Questo principio è stato infatti pienamente accolto dall’Università che oggi gestisce i Giardini Hanbury.

Alla morte di sir Thomas, avvenuta nel 1907, furono il figlio Cecil e la nuora Dorothy a occuparsi dei Giardini, almeno fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando il sito venne abbandonato. Nel 1960 lo Stato acquistò il complesso e lo affidò all’Istituto internazionale di studi liguri. Nel 1987, tuttavia, dopo una richiesta internazionale, i Giardini passarono definitivamente all’Università degli Studi di Genova.

Oggi, dunque, i Giardini botanici Hanbury sono gestiti dall’istituto universitario genovese, ma sono anche un’Area Protetta Regionale, che comprende sia una parte marina che una terrestre.

Il percorso dei Giardini Hanbury

Qualunque sia il periodo dell’anno in cui scegliete di visitare i Giardini Hanbury troverete ad accogliervi un’infinità di piante curiose, sia in fioritura, che a riposo. Inoltre, vi sorprenderà trovare la natura rigogliosa e, a tratti selvaggia, alternata a contesti architettonici e scultorei come statue e fontane.

Di sicuro interesse è anche il fatto che questo sito è attraversato dalla via Julia Augusta, l’antica strada romana, di cui si conservano resti importanti.

L’ingresso ai Giardini Hanbury

Giunti all’ingresso si trova un bel portale costruito nel XIX secolo su progetto dell’architetto W. D. Caroe, dove sulla chiave interna si legge l’ideogramma cinese “Fǒ”, che significa “felicità”.

Da qui una scala conduce fino alla tenuta degli antichi marchesi, mentre tutto intorno si osservano piante meravigliose provenienti dall’Africa e dall’Australia. Procedendo ancora oltre si incontra la Fontana Nirvana, realizzata da Ludovico Winter nel 1872. Qui si adagiano bellissime specie di agave che, aggrappandosi alla parete rocciosa, non hanno bisogno di spine per difendersi.

Vi consigliamo di seguire ancora il percorso fino a raggiungere l’area che prende il nome di Quattro Stagioni, dove si erge un tempietto, più propriamente una pergola circolare, traslato qui dall’Inghilterra nel 1947. A valle, oltre quest’area, troverete invece un’altra architettura degna di nota, ovvero la Fontana della Sirena. La vegetazione è dominata, anche qui, dalle agavi, le cui infiorescenze a pannocchia raggiungono addirittura i 10 metri!

La fontana della sirena ai Giardini Hanbury

Nel piazzale davanti all’antico portale, invece, si trova l’accesso al palazzo che apparteneva originariamente alla famiglia Lanteri. Risalente all’XI secolo, l’edificio fu voluto da un cadetto della famiglia, reduce da una Crociata. Nel 1620ad acquistare la proprietà fu la famiglia Orengo, che la mantenne fino al 1844.

La campana giapponese

Lo spirito del nuovo proprietario, sir Thomas Hanbury, uomo colto e instancabile viaggiatore, si percepisce a ogni passo. Nel piazzale, ad esempio, troviamo una bellissima Campana Giapponese in bronzo, proveniente da un tempio buddhista.

In questo video ci addentriamo in un’altra parte interessante all’interno dei Giardini Hanbury: il frutteto esotico. Descriverne i profumi e l’impressione è praticamente impossibile. Per capire davvero il fascino dei Giardini è necessario dedicare loro una visita, e immergersi totalmente nella loro atmosfera!

Ma l’area dei Giardini Hanbury è estesa e le zone da esplorare e in cui perdersi innumerevoli. Noi vi consigliamo di non perdervi la Fontana del Drago, il Mausoleo Moresco, la Topia, i Giardinetti, il Viale dei Cipressi, gli Agrumeti e il Viale degli Ulivi.

Il mausoleo moresco

Visitare i Giardini Hanbury rappresenta un’esperienza sensoriale totalizzante, dove la comprensione e il rispetto delle dinamiche della natura si affiancano all’ammirazione di una bellezza genuina, primordiale. Impossibile non restarne affascinati!

 

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