Itinerari & Trekking
Settembre 21, 2022
L’escursione al Pizzo d’Evigno è indubbiamente uno dei trekking più suggestivi dell’imperiese. Situato a 988 metri di altitudine, questa scenografica punta piramidale ricoperta d’erba rappresenta il punto di incontro tra la provincia di Savona e quella di Imperia, regalando scorci panoramici su Diano Marina, Imperia, Testico e la Val Merula.
Sono diversi i sentieri che conducono al Pizzo d’Evigno: quello che proponiamo oggi è un trekking piuttosto facile con partenza dal paese di Evigno, nel comune di Diano Arentino.
Partendo dal paesino di Evigno, è possibile seguire un percorso abbastanza facile, di difficoltà E, che permette di raggiungere il Pizzo d’Evigno con una camminata di circa 4 ore (3 ore per salire e ammirare il panorama e 1 ora per scendere) per un dislivello approssimativo di 600 metri. Il sentiero risulta ben visibile e segnalato da segnavia bianchi e rossi, che conducono fino alla vetta.
Questo sentiero è l’ideale da percorrere soprattutto in estate, in quanto si snoda per buona parte all’interno del bosco.
Un breve tratto di sentiero nel fitto del bosco
Al contrario, nei periodi autunnali e invernali, potrebbe essere più indicato percorrere i percorsi esposti al sole che passano dalla Colla di Diano San Pietro o da Tovo Faraldi. In alternativa è possibile imboccare il sentiero dal Parco del Ciapà nei pressi di Cervo e dei percorsi MTB del Salto nel Blu.
Si consiglia, come sempre, di indossare abbigliamento adeguato e scarpe possibilmente da trekking. Possono risultare molto utili dei bastoncini da trekking, oppure un bastone, facilmente reperibile lungo il percorso. Da non dimenticare di portare con sé acqua a sufficienza e, volendo, uno snack.
Partendo dall’Agriturismo Le Girandole a Diano Marina, è possibile raggiungere Diano Evigno in soli 20 minuti di auto, percorrendo circa 10 km. Si segue inizialmente la strada provinciale 36 fino a Diano Roncagli, prendendo poi la strada provinciale 90 da Diano Roncagli, situato nel comune di Diano Arentino.
È possibile parcheggiare l’auto in paese, nella piazzetta davanti alla chiesa di San Bernardo.
L’escursione al Pizzo d’Evigno ha inizio dalla piazzetta situata di fronte alla chiesa di San Bernardo, nel paese di Evigno. Seguendo l’ampia strada asfaltata in salita, ci si dirige subito in direzione della Chiesa di San Martino, la cui costruzione originale risale al sec.XII/XIII. Sul portale è possibile leggere un invito alla preghiera “O devoti che in questa via passate una salve regina a Mss recitate”.
In prossimità della Chiesa di San Martino si trova l’inizio del sentiero per il Pizzo d’Evigno: un cartello indica una distanza di 2700 metri per raggiungere la cima.
Il sentiero è incluso in un progetto di riqualificazione promosso dal comune di Diano Arentino, per un importo di 62000 euro, il cui scopo è quello di migliorare la viabilità delle mulattiere sia a fini escursionistici sia per agevolare gli olivicoltori della zona.
I sentieri per arrivare in cresta sono diversi (per esempio è presente un percorso che dalla Colla di Diano San pietro segnalato con indicazioni giallo-rosse): in questo caso dovremo seguire i segnavia bianco-rossi. Il percorso si snoda inizialmente nel bosco, riparando dai caldi raggi solari dell’estate.
Caratteristica del percorso è la presenza di caselle e neviere. Le prime, tipiche dell’entroterra ligure, sono costruite con pietre a secco e di forma circolare. Anticamente venivano utilizzate per la raccolta del fieno, ma anche come deposito temporaneo per gli attrezzi nell’agricoltura in collina o ad alta quota. Spesso venivano utilizzate come rifugio dai pastori o dagli agricoltori per ripararsi in caso di pioggia.
Le neviere sono invece pozzi artificiali utilizzati durante il periodo della piccola era glaciale, dal 1300 al 1850, per la conservazione della neve. In passato erano dotate di un canale di scolo per incanalare l’acqua che si scioglieva durante il periodo estivo.
Durante l’inverno, la neve veniva stivata e pressata all’interno di questi pozzi, termicamente isolati da uno spesso strato di foglie. La neve veniva quindi spaccata in blocchi e trasportata a dorso di mulo o su carri verso i centri urbani, che ne erano i maggiori consumatori. Il ghiaccio, in particolare, veniva distribuito ai negozi locali e all’ospedale di Oneglia, un tempo comune a sé stante e successivamente accorpata al comune di Imperia.
Anticamente l'industria del ghiaccio a Genova, e in generale in Liguria, era molto importante. Nel capoluogo era infatti possibile trovare le stapole, o spacci, ossia depositi gestiti dai cosiddetti stapolanti in cui veniva commerciato il ghiaccio.
Molte delle neviere presenti in questa zona sono oramai collassate e riempite di pietre, per cui difficili da individuare e da distinguere dalle caselle. Si possono riconoscere per il fatto che non presentano un antro d’ingresso, a differenza delle caselle.
Proseguendo in salita, si esce gradualmente dal bosco e si raggiunge il Pizzo d’Evigno, dove il panorama si apre, con ampie vedute sulla costa e sulle vallate. Gli ultimi 150 metri di salita sono piuttosto ripidi. Consigliamo di memorizzare il punto da cui si sale per poi ritrovare facilmente la via del ritorno.
Ultimo tratto della salita prima di raggiungere la vetta del Pizzo D’Evigno
Sulla cima si trovano una croce e una statua della Madonna con il volto che punta a sud verso il mare, oltre che un panorama davvero emozionante. Sulla vetta si trovano anche due targhe lasciate dagli alpini negli ultimi 35 anni.
Ponendosi di spalle rispetto al monte, da sinistra verso destra, è possibile ammirare la costa da Varigotti (scopri l’escursione da Noli a Varigotti lungo il Sentiero del Pellegrino) ad Albenga, l’isola della Gallinara (visibile anche percorrendo la Via Julia Augusta da Albenga ad Alassio), la Val Merula e tutto il golfo dianese, e in particolare Diano Marina. Sulla destra, invece, in direzione ponente, è possibile scorgere la Valle Impero.
La discesa risulta sicuramente più rapida rispetto alla salita. Ricordiamo di fare attenzione a memorizzare dei punti fissi mentre si sale verso la cima, per poi ritrovare facilmente la via del ritorno. In cresta convergono molti sentieri e potrebbe capitare di sbagliare inizialmente strada. Noi abbiamo utilizzato come punto di riferimento il punto più basso del crinale tra la valle del dianese e la Val Merula, scendendo sulla destra. Una volta individuato il sentiero corretto, basterà seguire il percorso a ritroso fino a raggiungere la frazione di Evigno.
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