Comuni del Golfo Dianese
Giugno 18, 2020
Diano Arentino è un piccolo comune distante appena venti minuti dai nostri appartamenti per le vacanze. Vi invitiamo a visitarlo non solo per conoscere una porzione di Liguria autentica, ma perché siamo sicuri vi sorprenderà. Il paesaggio alterna fasce composte di oliveti ai fitti boschi in cui un tempo si veneravano antiche divinità pagane.
Seguiteci nel nostro percorso per la valle dianese: vi condurremo tra chiese campestri, ruscelli e piccole frazioni silenziose.
Diano Arentino segue storicamente le vicende dei borghi del Golfo Dianese. Se non è la prima volta che capitate tra gli articoli del nostro blog , saprete già che il territorio tra Capo Berta e Capo Cervo era costituito anticamente da fitti boschi dedicati alla divinità preromana Borman. Una volta insediatisi i Romani, la divinità di probabile origine celtica fu soppiantata da Diana, dea della caccia e dei boschi. Il bosco sacro divenne una stazione di sosta dal suggestivo nome: Lucus Bormani. Ecco spiegata in parte la ragione del toponimo di tanti borghi della valle.
Come altri paesini nei dintorni, Diano Arentino rientrò tra i domini dei potenti marchesi Clavesana, finché non venne venduto a Genova nel 1228. In questo periodo si unì alla Communitas Diani, un’associazione tra le comunità locali che godeva di non poca autonomia legislativa. Le prove di questo accordo si trovano sotto le Logge di Diano Castello dove, durante il nostro Giroborgo abbiamo visto le insegne con le date di permanenza nella communitas.
Lasciata la costa di Diano Marina alle nostre spalle, prendiamo la strada provinciale 37 e superiamo l’antico borgo di Diano Castello. Da qui procediamo dritti lungo la tipica campagna ligure, in direzione Diano Arentino. Il paesaggio è interrotto appena da alcune abitazioni, inserite tra terrazzamenti di olivi e orti ben curati. La natura si fa sempre più fitta finché non incontriamo la piccola chiesa di San Sebastiano.
La chiesetta si trova al bivio per Diano Arentino (rientra però nel comune di Diano Castello), poco prima dell’incrocio che conduce al villaggio Merea, una delle tante borgate del paese. Dotata di un piccolo porticato esterno, questa chiesetta raccolta conserva alcuni affreschi di un ignoto pittore del XV secolo.
Riprendiamo il percorso verso Diano Arentino, seguendo la strada provinciale 90 fino a incontrare la chiesa di San Rocco, nella frazione di Diano Borello. L’edificio si trova al di fuori dell’abitato, tra il cimitero del paese e la strada provinciale. È stata costruita nel XVII secolo come voto al santo per aver salvato la popolazione dalla peste del 1656-57. Come spesso accade, diversi lavori si sono succeduti nel corso del XIX secolo, che hanno portato la chiesa all’aspetto attuale. Le colonne corinzie del porticato che sostiene un ampio frontone denunciano, infatti, un’ispirazione neoclassica.
Il viaggio non è ancora terminato. Prima di raggiungere il centro di Diano Arentino, infatti, dobbiamo attraversare la frazione di Diano Borello e raggiungere la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, nella borgata “Villa della Chiesa”. L’edificio è situato strategicamente in cima a un promontorio. Lasciata la macchina nel parcheggio che si trova oltre la strada, vale la pena fermarsi ad ammirare il paesaggio sulla valle. La chiesa si staglia su un grazioso sagrato ciottolato, con un albero di paionica e sedili in pietra in cui godersi un po’di ombra. La facciata è semplice, ma se ci si avvicina, si scorgono le tracce di antiche pitture. Sopra il portale d’ingresso, ad esempio, vi è un affresco raffigurante San Michele Arcangelo tra San Pietro e San Giovanni Battista. Sotto, invece, si legge la data 1485, incisa in numeri romani.
Proseguendo ancora dritti verso Nord sulla strada provinciale 90, dopo alcune strette stradine, potrete immergervi in alcuni paesaggi suggestivi. In località Virgili, ad esempio, vi consigliamo di tendere l’orecchio al rumore di un ruscello. Parcheggiata la macchina in un piccolo spiazzo più avanti, concedetevi qualche minuto per ammirare una piccola cascata che sfocia in un torrente. Proseguendo ancora dritti, invece, al confine con Diano Roncagli vi imbatterete nel ponte medievale della Madonnetta.
Questo ponticello risale al XV secolo. Dopo il crollo, avvenuto nel 1641, ci vollero 9 anni per ricostruirlo. Il suo nome deriva dalla presenza di un’edicola votiva in cui si inserisce la statua in marmo della Madonna della Misericordia. Il luogo svolgeva una funzione di raccordo fondamentale per gli abitanti della zona, i quali potevano raggiungere i propri terreni tra Diano Borello e Diano Evigno e trasportare le olive ai frantoi. Ad attraversare il ponte erano, però, anche i numerosi viandanti e pellegrini dell’epoca che in questi luoghi trovavano ristoro.
Vogliamo terminare il nostro viaggio proseguendo verso il centro di Diano Arentino. Qui troviamo un maggior numero di case. I cortili sono ricchi di piante, vigne e pergolati, e non è raro incontrare alcune signore anziane, intente a raccogliere i prodotti dell’orto.
Purtroppo, la chiesa parrocchiale di Santa Margherita non è visitabile per lavori in corso, ma da questa altezza è comunque possibile godere del panorama sulle valli circostanti. Sollevando lo sguardo verso la collina scorgerete l’ex cappella “La casassa”. Con molta attenzione, il rudere si raggiunge facilmente attraverso un sentiero. Più avanti invece, dopo alcuni stretti tornanti, si trova l’oratorio di San Carlo, da cui si gode di una vista privilegiata. Qui vale davvero la pena fermarsi per ammirare il paesaggio: la cappella domina, infatti, un belvedere suggestivo. Divertitevi a fotografare gli ulivi incorniciati dagli archi del porticato!
Lontano dal traffico del turismo costiero, si incontrano luoghi in cui domina il silenzio. Vi consigliamo di investire un pomeriggio in un’escursione su queste valli, per rigenerare i pensieri e lo spirito!
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