Alla scoperta della Valle Argentina: da Taggia a Carpasio




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Alla scoperta della Valle Argentina: da Taggia a Carpasio




Gennaio 03, 2021

L’anno nuovo è ormai arrivato e nonostante la generale incertezza non vogliamo arrenderci. Per questo motivo desideriamo ripartire davvero da ciò che conosciamo e sappiamo fare bene: il nostro lavoro, la cura dei nostri prodotti agricoli e l’amore per il territorio. 

Con questo articolo inizieremo un percorso in tre tappe che ci condurrà alla scoperta della Valle Argentina, partendo dai nostri appartamenti a Diano Marina, per attraversare Taggia, Badalucco e Montalto, fino a raggiungere Carpasio.

 

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Da Diano Marina a Taggia

Partiamo dall’agriturismo la mattina presto. Percorriamo l’Aurelia lungo il tratto che abbiamo fatto durante il nostro viaggio a Imperia e dintorni e attraversiamo dunque San Lorenzo al Mare, Santo Stefano al Mare e Riva Ligure. Arriviamo, a questo punto, ad Arma di Taggia. Non entriamo nel paese ma prendiamo la strada statale 548 e la successiva provinciale che costeggia il Fora di Taggia, il torrente che prenderà poi il nome Argentina.

Vista del ponte medievale di Taggia

Proseguiamo ancora per circa due chilometri e arriviamo a Taggia, il comune principale della vallata. Il suo territorio è costellato di serre floricole fino a sud, nella frazione di Arma di Taggia, ovvero la località di mare che durante i mesi più caldi si popola di turisti. L’abitato rivela da subito le sue varie vicende storiche, con le fortificazioni murarie medievali, il ponte e i numerosi edifici civili ed ecclesiastici di grande pregio.

Panorama di Taggia

Badalucco

Lasciata Taggia prendiamo nuovamente la strada provinciale 548 per inerpicarci sulla Valle Argentina. Si tratta di una strada molto stretta e con continui tornanti in cui incontriamo diverse località e piccole frazioni. Il primo paese di rilievo è Badalucco, in cui vale davvero la pena fermarsi. Il suo territorio è stato frequentato sin da epoca neolitica, come testimoniano i corredi funerari ritrovati presso la Tana Bertrand, sul fianco del Monte Faudo, e ora conservati al museo di Sanremo. Il borgo nel suo complesso ha un aspetto medievale, coi suoi tipici caruggi e alcuni bei ponti medievali a schiena d’asino.

Il ponte medievale di Badalucco

Nel corso del XVII secolo Badalucco rinnovò i suoi edifici religiosi più importanti, come la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Giorgio, che da forme trecentesche venne ricostruita in pieno stile barocco, a una navata e cinque cappelle per lato. Sulla piazza si affacciano anche due importanti edifici civili: il palazzo Boeri con il suo loggiato cinquecentesco, e il palazzo del Municipio dove, nel seminterrato del XVI secolo, è stato ricavato uno spazio espositivo in cui si organizzano mostre d’arte temporanee di grande livello, soprattutto di ceramica.

Uno dei tanti piatti in ceramica che ornano il centro storico di Badalucco

Proprio la ceramica, infatti, definisce il carattere artistico di questo piccolo centro della Valle Argentina, dove le facciate delle antiche case in pietra si arricchiscono di decorazioni di questo materiale colorato e di vari murales. Un museo a cielo aperto, insomma, in cui godere liberamente di una bellezza generosa e senza tempo.

Un murale a Badalucco

Da Badalucco a Carpasio

Superato il borgo di Badalucco ci troviamo davanti a una deviazione sulla destra che ci porta nella valle del rio Carpasina. Qui, tra uliveti e castagneti troviamo prima Montalto Ligure e successivamente Carpasio. Montalto Ligure si trova arroccato su un colle che domina la valle Argentina, in posizione strategica e al centro di numerose vie della transumanza, praticata fino a tempi recenti.

Pannello esplicativo sulla transumanza

Le fonti storiche più antiche risalgono all’ XI secolo e ci raccontano di un primitivo villaggio sotto il controllo del vescovo di Albenga, poi passato al signore di Lingueglietta Anselmo de Quadraginta. Rientrato tra i possedimenti dei conti di Ventimiglia e della Repubblica di Genova, venne inglobato nella podesteria di Triora, arrivando a darsi statuti propri nel XV secolo per conservarli fino al 1803.

Non si può lasciare Montalto Ligure senza visitare la pieve di San Giorgio, il suo edificio più antico, in cui i modelli romanici vengono presto inglobati nelle forme gotiche. Di sicuro interesse, anche per i tesori artistici conservati al suo interno, è la parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, realizzata nel 1407 e rimaneggiata nei secoli successivi.

Dopo Montalto Ligure proseguiamo il nostro viaggio verso Carpasio. Anche qui ci troviamo in una posizione elevata, nei pressi della Valle d’Oggia e nel punto di raccordo con la Valle Impero. Ci incuriosiscono i tetti in ardesia di molte case del centro storico e dell’oratorio della SS Annunziata, col suo campanile pendente, dovuto al terremoto del 1887.

 

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Vista dell’oratorio della SS Annunziata col tetto in ardesia

L’origine del borgo è senz’altro medievale, anche se abbiamo traccia di frequentazione di questi luoghi da parte di pastori in epoche ancora più antiche. Ne sono una prova le numerose caselle dislocate nei pascoli della zona, edifici in pietra a pianta circolare realizzati con la tecnica a secco, molto diffusi in ambito mediterraneo.

Non possiamo non consigliarvi, quando sarà possibile, una visita al Museo della Resistenza, nella frazione Costa, in cui è possibile apprendere molto dell’incidenza della Seconda Guerra Mondiale su questa valle, grazie ai numerosi cimeli e alla documentazione della lotta partigiana, culminata nella battaglia di Monte Grande del 4 e 5 settembre 1944.

All’interno del museo della Resistenza a Carpasio

Terminiamo qui la prima parte del nostro viaggio alla scoperta della Valle Argentina, condotto da Taggia a Carpasio. Nel prossimo articolo percorreremo un’altra porzione del territorio, arrivando fino a Molini di Triora.

 

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