Stagionalità di frutta e verdura: un segreto antico millenni




Immagine della serra di pomodori cuore di bue

Produzione agricola

Stagionalità di frutta e verdura: un segreto antico millenni




Aprile 26, 2020

Sono tanti i motivi per cui consumare frutta e verdura di stagione è importante. Non solo per la nostra salute e quella dell’ambiente, ma anche il sapore dei prodotti agricoli ne giova. Assecondare la stagionalità significa rispettare il ciclo degli elementi in natura. Solo tenendo conto di questa enorme ricchezza potremo assaporare il gusto genuino dei frutti della terra.

In questo articolo vedremo in quale periodo dell’anno è possibile aspettarci alcuni ortaggi e quanto tempo prima avviene la loro semina.

Perché scegliere frutta e verdura di stagione

Qualità

Le ragioni a favore della stagionalità di frutta e verdura sono diverse, e tutte a favore del consumatore. In primo luogo, a giovarne sono le caratteristiche organolettiche degli ortaggi. I principi attivi e i nutrienti sono infatti presenti in quantità maggiori; anche il gusto è decisamente migliore, in termini di intensità e dolcezza. L’alta deperibilità dei nostri prodotti agricoli è sicuramente uno svantaggio dal punto di vista della conservazione. Tuttavia, aderire al principio di stagionalità significa anche godere della freschezza degli ortaggi, che vanno consumati in breve tempo.

Risparmio

Un’altra grande ragione è di tipo economico. Il concetto di stagionalità è vicino a quello della produzione e vendita a km 0, la quale garantisce l’assottigliarsi della distanza tra il contadino e il consumatore. Questo porta inevitabilmente alla riduzione delle spese - soprattutto di quelle legate al trasporto - e dunque a un costo finale dei prodotti agricoli inferiore.

Anche quando esiste un intermediario, e nel nostro caso è sempre e solo uno – supermercato o grossista – chi acquista è tutelato dall’etichetta. Questa ci obbliga, nel caso del basilico DOP ad esempio, a indicare anche in quale serra sono state raccolte le piantine.

Ambiente

I prodotti di stagione sono meno cari anche perché la loro lavorazione è più semplice: all’agricoltore non serve poi tanto, se la natura provvede a nutrire la terra autonomamente.

Infine, vi è la ragione ambientale. Sappiamo bene, infatti, quanto i trasporti necessari a garantirci la frutta fuori stagione incidano sulle emissioni di CO2.

Ricapitolando, i vantaggi della stagionalità riguardano diversi aspetti:

 

  1. Qualità e salute: i prodotti di stagione hanno proprietà nutritive e organolettiche maggiori, a vantaggio della salute
  2. Risparmio: abbattendo i costi di trasporto e conservazione, si riduce il prezzo per il consumatore finale
  3. Ambiente: acquistare prodotti di stagione significa diminuire le emissioni di CO2 legate al trasporto
  4. Territorio: la stagionalità è strettamente collegata al principio del km 0, e dunque valorizza l’economia e le produzioni locali

Immagine di alcuni pomodori cuore di bue

Il calendario della stagionalità dei nostri ortaggi

Tutti i nostri prodotti sono di stagione. Solo il basilico genovese DOP , in accordo con le disposizioni del disciplinare, viene prodotto tutto l’anno in serra. Gli altri ortaggi seguono il ciclo naturale delle stagioni, compreso il pomodoro cuore di bue, anch’esso coltivato in serra. Di seguito proponiamo uno schema per comprendere il calendario della nostra frutta e verdura.

Tutto l’anno:

Primavera – Estate:

Inverno – Primavera:

  • Fave (15 marzo – 1° maggio)
  • Carciofi (15 dicembre – 20 aprile)

Autunno:

  • Zucchine trombetta
  • Pomodori cuore di bue

Immagine del nostro campo di carciofi

 

Le tecniche di produzione della nostra frutta e verdura di stagione

Il clima della nostra regione ci consente di garantire a lungo la disponibilità dei nostri ortaggi. I pomodori cuore di bue e le zucchine trombetta, ad esempio, attraversano addirittura tre stagioni.

La semina dei prodotti agricoli avviene naturalmente tempo prima:

  1. Gennaio: pomodori cuore di bue (piantati una seconda volta anche a inizio giugno)
  2. Aprile - maggio (e metà luglio): zucchine trombetta
  3. Giugno: melanzane e peperoni
  4. Agosto: carciofi
  5. Ottobre: fave

In sostanza non curiamo la nostra terra in maniera differente rispetto a quanto facevano i nostri nonni. Sicuramente l’esperienza maturata negli anni e la tecnologia ci vengono in aiuto. In particolare, veniamo seguiti da un agrotecnico, che ogni 10 – 15 giorni verifica la salute delle nostre piante e stabilisce se intervenire per migliorarne le performance, con l’aiuto di fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica.

Il nostro basilico, ad esempio, è sottoposto a controlli periodici affinché si possa mantenere la denominazione DOP; per i pomodori coltivati in serra, ci affidiamo ai bombi per fecondare le piante, e non agli ormoni artificiali; le fave e i carciofi non hanno bisogno di grosse attenzioni, dal momento che l’attività degli insetti è praticamente nulla durante la stagione in cui crescono questi ortaggi.

Nel corso degli anni abbiamo aumentato la frequenza con cui potiamo i pomodori, attraverso un lavoro meccanico – detto sfemminellatura - che richiede tempo e fatica, ma assolutamente vantaggioso in termini di resa.

Durante le giornate nuvolose controlliamo spesso lo stato di umidità nelle serre del basilico. Per prevenire l’insorgere di malattie dovute a ristagni garantiamo l’arieggiamento e facciamo asciugare il terreno.

Infine, siamo attenti alle condizioni delle piante infestanti e all’erba. Se per i pomodori e il basilico questi elementi sono dannosi e vanno eliminati subito, nei campi di carciofi e fave lasciamo queste piante libere di crescere appositamente, perché difendono dal sole gli ortaggi, preservandone la tenerezza.

Immagine di alcuni dei nostri carciofi

 

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